Essere giovani adulti oggi

Consigli di lettura

Rosci E. (2022) (a cura di) Giovani adulti. Nuovi modi di essere e apparire, Milano: FrancoAngeli.

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Nella società italiana a cui apparteniamo oggi, possiamo collocare l’età del “giovane adulto” fra i 19 e i 35 anni. Questa è una fase di vita delicata, in cui l’individuo è chiamato ad un importante sforzo di adattamento alla realtà sia sul piano personale che sociale. Varcata la soglia dei vent’anni, ci si può immaginare nella persona una maggiore stabilità e definizione rispetto al passato adolescenziale, o comunque un buon bagaglio di strumenti e modalità con cui affrontare scelte e decisioni. Ma non è tutto così semplice e lineare. E’ infatti nell’incontro fra le richieste del mondo esterno e i bisogni del proprio Io che il giovane adulto rivela l’adeguatezza delle proprie risorse o, viceversa, la loro esiguità.

In questa fase di sviluppo, i giovani adulti devono scoprire e sperimentare nel palcoscenico della vita nuovi modi di essere e di apparire, approfondendo le varie sfaccettature della propria identità, in primis a livello sociale e nella definizione del proprio Sé. Vien da sé che il legame fra società, modelli culturali di appartenenza e sofferenza a livello psicologico è estremamente forte. Non si può non considerare il contesto socio-culturale in cui ci troviamo, dove l’emancipazione e “l’uscita di casa” non vengono favoriti dalle istituzioni.

E’ perciò in questa fase evolutiva che si sviscerano tematiche tipiche come:

  • il blocco negli studi universitari o nella ricerca lavorativa, un fenomeno quasi epidemico oggi;

  • il dilemma di fronte al desiderio procreativo, soprattutto a livello femminile: la scelta di avere un figlio diventa un ostacolo insormontabile per tutte le rappresentazioni ambivalenti scaturite dalla nostra società;

  • le fatiche nella costruzione di una relazione di coppia, non più con connotati tradizionali, ma incentrata sul benessere e la soddisfazione reciproca dei membri;

  • la difficile separazione dalla famiglia d’origine, vista come un tramite di valori sociali dai quali è difficile separarsi e discostarsi senza sviluppare un sentimento di tradimento. Questo giovani soffrono di una “crescita apparente”, in cui ad un’ottima capacità nel mondo professionale/universitario, si contrappone una forte dipendenza quasi infantile dai valori familiari.

Affronteremo queste tematiche in maniera più specifica nei prossimi articoli.

Nel lavoro clinico con il giovane adulto, l’obiettivo dello psicologo è quello di valutare i quadri psicopatologici in relazione agli esiti degli snodi evolutivi precedenti, così da fornire una nuova chiave di lettura e promuovere il benessere psicofisico con equilibri più adattivi e funzionali al processo di crescita. Questa è una fase che deve essere portatrice anche di potenzialità e speranza, in cui sperimentare e creare progetti, prima di essere assorbiti dal mondo dell’adultità.


Bibliografia per la scrittura dell’articolo

Giacobbi S. (2009) Peter e Wendy. Psicoterapia psicoanalitica del paziente giovane adulto, Milano: Mimesis Edizioni.

Rosci E. (2022) (a cura di) Giovani adulti. Nuovi modi di essere e apparire, Milano: FrancoAngeli.

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